Ricordo ancora quando mi venne in mente di utilizzare la prima immagine di questo tipo. Una manina che attivasse il lettore e lo inducesse a cliccare sui tastini di condivisione.
Spesso questi tasti, pur scostati dal corpo del testo (e quindi già in evidenza) vengono ignorati per il semplice fatto che li si vede su ogni sito web. E’ vero che il lettore se troverà il tuo contenuto di qualità cercherà in ogni modo questi tasti per poterlo condividere ai suoi amici. Ma se ci troviamo di fronte ad un lettore pigro, non possiamo fare altro che aiutarlo!
Non avevo mai pensato di dargli un nome onestamente, anche perché quando lo pensai lo classificai banalmente come call to action generico. Poi ci ha pensato Riccardo Esposito con un suo articolo - 6 dettagli del tuo blog che (forse) stai ignorando - a classificarlo come Call to Click! E devo dire che il nome è più che azzeccato.
Il Call to Click non è elemosinare una condivisione!
Bisogna considerare questo piccolo stratagemma come un … ricordare all’utente che la condivisione è lo spirito della rete … e se per pigrizia o per parsimonia di condivisione questo processo si arresta, lo spirito interattivo del web cessa di esistere.
Credo che questa pratica possa risultare molto utile a chiunque, purché messa in pratica con stile e con una certa sobrietà. L’immagine che vedete in cima all’articolo è presa da GeekTrends, un sito ad alto contenuto Nerd, pertanto un segno distintivo così appariscente è adeguato, non direi lo stesso per un sito che deve rappresentare un’immagine più seria, quindi scegliete con cura il vostro call to click! ;)
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